Appunti di viaggio: Bosco di Sant’Antonio, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio

Siamo negli Abruzzi!

Una regione che non smette ancora di stupirmi.

Staccare la mente dalla routine già é un buon inizio di vacanza.

Una vacanza, anche se dura solo un giorno, per me, dovrebbe avere come obiettivo, distensione, pace, quiete, ricreazione, rilassamento, riposo, svago…relax insomma.

Il nostro breve viaggio inizia ai piedi della Majella. Ci attendono cieli aperti, alberi secolari da abbracciare, quiete e tanti clik😉.

Si! La macchina fotografica appesa al collo é ormai entrata a far parte del mood vacanze, é sempre con me.

La Foresta di Sant‘Antonio é la nostra prima meta

Foresta di Sant’Antonio

É un bosco in cui si può passeggiare ed immergersi completamente in un atmosfera che definirei quasi surreale. Un bosco fiabesco. Esemplari di faggi altissimi, aceri e uns quercia,il Cerro, che arriva a toccare il cielo. È un albero alto 22 metri con una circonferenza di 4,34 metri. Il legno di Cerro é molto duro e pesante, come avvalorato anche dai detti popolari del posto: ” Son di cerro e son di ferro son di tasso e pur ti passo”.

Il Cerro

Il sottobosco è ampio, lussureggiante e verdeggiante. Raggi di sole penetrano attraverso i rami degli alberi fino a toccare i prati, a scaldare il terreno. Profumi di foglie, di muschio, di terra, di passaggio di animali selvatici inondonano l’olfatto. Il canto delle numerose creature che popolano la foresta creano una melodia che rasserena gli animi.

L’energia di un faggio secolare

Poi, si sa, la passeggiata nel bosco stuzzica l’appetito e l’ora di pranzo é vicina. Ci trasferiamo a pochi km di distanza, nel borgo di Pescocostanzo. Qui, troviamo solo un ristorante aperto e dopo aver prenotato, approfittando del sole, facciamo un giro turistico nel centro storico.

Pescocostanzo é un comune in provincia dell’Aquila di poco più di mille abitanti. Fa parte del Parco nazionale della Majella e del circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Era una città dalla posizione strategica lungo la famosa “via degli Abruzzi”. Molti artigiani lombardi si trasferirono qui e diedero avvio ad attività artigiane come l’arte del ferro battuto, oreficerie e merletto a tombolo.

Il borgo antico è caratterizzato da stradine acciottolate, chiese, palazzi signorili e botteghe di artigiani. Simbolo della città é la Basilica di Santa Maria del Colle. Al suo interno si possono ammirare splendidi soffitti lignei e diversi capolavori d’arte.

La cucina locale é davvero buona e genuina, abbiamo avuto la possibilità di assaggiarla nel ristorante vicino la piazza.

Per raggiungere la nostra prossima meta, Pettorano sul Gizio, passiamo per Roccaraso e dall’alto godiamo di una vista magnifica. Quella che abbiamo davanti é una pianura che sembra infinita, é l’Altopiano delle cinque miglia, che si estende per 9 km tra i 1250 e i 1280 metri di quota. Principale arteria di transito che collegava le principali città del nord con il meridione d’Italia. E’ completamente spoglio di alberi, nella bella stagione é luogo ideale di pascolo e in inverno si ricopre di neve fino a raggiungere temperature sotto lo zero. Qui infatti, perirono cavalieri, soldati di eserciti costretti a passarci per raggiungere Napoli o Roma. Nell’autunno del 1860, passò per le cinque miglia, anche la delegazione del Re Vittorio Emanuele II diretta a Teano per raggiungere Garibaldi. Noi, siamo fortunati a vederla coperta di rotoballe e trattori, di fasci di luce che vogliono come uscire a forza dalle nubi per illuminare il colore del grano da poco raccolto.

Il viaggio é piacevole, lento, intervallato da brevi soste fotografiche. La temperatura é tipicamente autunnale, perfetta direi. Arriviamo a Pettorano sul Gizio nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per godere delle ultime luci del giorno e le prime della sera. Incrociamo un Pellegrino solitario e pochissime persone nel borgo.

È un comune di 1300 abitanti in provincia dell’Aquila. Gli abitanti si chiamano Pettoranesi. É dal 2002 parte del Club “I borghi più belli d’Italia “. É situato a 665 m. s.l.m su uno spuntone di roccia, posto al centro tra il fiume Gizio e il torrente Riaccio. Il centro storico é costituito da sei porte che aprono l’ingresso al paese.

La Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio e il centro storico di Pettorano, ricade nell’area protetta del “Monte Genzana Alto Gizio”.Tra la fauna l’orso-simbolo del Parco- e il lupo, sono i padroni di un ambiente incontaminato. Antiche stradine che scendono verso le mura, snodandosi tra scalette, cortili e antichi edifici. Un sali e scendi tra vie, in cui c’è un silenzio perfetto per ascoltare il suono della natura di cui siamo circondati.

La storica porta del Castello Cantelmo.

Sperando di non aver “rubato ” questo attimo d’intimità, non ho potuto fare a meno di fotografare questa coppia seduta davanti l’uscio di casa a godere l’arrivo della sera e….delle stelle.

4 pensieri riguardo “Appunti di viaggio: Bosco di Sant’Antonio, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio

  1. E’ un piacere vedere l’Abruzzo e soprattutto quel bosco che regala splendide vedute e foto!

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    1. Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto

      Piace a 1 persona

  2. Lorenzo Marrone 17 novembre 2023 — 13:17

    bel post! l’Abruzzo è la regione più sottovalutata d’Italia

    Piace a 1 persona

    1. Salve Lorenzo, credo che negli ultimi anni, sia un po più presa in considerazione. Certo é che il lavoro che gli enti devono fare é ancora molto. A me cmq piace così

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