È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. […] (Giovanni Pascoli)






Ognuno di noi ha un fanciullo dentro, ogni tanto cerco di ricordarlo e allora la meraviglia, lo stupore, aiutano a vedere tutto con altri occhi.
Oggi, ad esempio, aspettavo la neve. La mia ragione, diceva che sarebbe stato meglio non nevicasse per motivi di sicurezza sulle strade, ma il mio fanciullino che è in me sperava che la neve cadesse fino a raggiungere le mie spalle per poter uscire a giocarci e fotografare quei paesaggi che la neve rende ovattati, immacolati, suggestivi.
La neve, alla fine non è arrivata, ed io per sognare un po, ho sfogliato alcune immagini scattate in anni in cui la neve mi ha reso un po più bambina❤️ e le ho condivise con voi.