La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo… Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.
Guy de Maupassant













Sono rientrata da circa dieci giorni da un breve viaggio in Sicilia ed erano dieci giorni che volevo scrivere qualcosa su questa esperienza, ma non sapevo da dove iniziare. Ho iniziato da una citazione di chi la Sicilia la conosce meglio di me.
Si! Perché 4 giorni appena, non sono di certo stati sufficienti per saziare la mia voglia di conoscere, scoprire e gustare le innumerevoli tipicità, tradizioni e luoghi di questa isola.
Ho iniziato questo racconto inserendo alcune foto ( tra le 100 o poco più scattate) di cibo, tra piatti gustati e frutti che ho avuto modo di visionare al mercato di Catania. È stato entusiasmante poter assaggiare e vedere con i miei occhi alcuni dei tanti prodotti di cui la Sicilia è ricca, ⁰ dei quali avevo solo letto nei libri e visto in TV. È stata questa una delle parti più entusiasmanti del mio viaggio.
La nostra avventura inizia a Catania, dove abbiamo trovato la struttura in cui soggiornare per 4 notti. Qui arriviamo il sabato sera dopo il viaggio aereo da Ancona.


Il primo giorno, domenica, dopo una ricca colazione, con la macchina presa a noleggio, ci dirigiamo verso Siracusa. Durante il breve viaggio non si può fare a meno di vedere le immense distese di piante di arance e fichi d’india. Abbiamo voglia di goderci questo viaggio lentamente senza affannarci a vedere troppe cose e male. Per questo motivo a Siracusa visiteremo Ortigia. Ortigia è il toponimo dell’isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa.
(Federico II di Svevia)
Lasciamo Ortigia con la consapevolezza di aver visto solo una piccola parte di questa incredibile città. Rientro in hotel, breve pausa. Per ricaricare le pile ci vuole energia e noi decidiamo di andare a ricaricarla a Catania, in uno dei tanti locali all’aperto. Pizza strepitosa e giretto by night in città. Catania è la città Natale dell’operista musicale tra i più celebri dell’ottocento, Vincenzo Bellini. Dieci opere tra cui la sonnambula, Norma e I Puritani.
Sembra che il nome della squisita pasta alla Norma sia collegato proprio all’opera di Bellini. E noi ci ascoltiamo proprio una piccola parte di questa opera, mentre in macchina torniamo in hotel per trascorrere la notte.
Il mattino seguente, alle ore 9, si parte per un tour organizzato che ci porterà sul l’Etna e a Taormina. La nostra guida ,Natascia , ci attende davanti al nostro hotel. Durante il tragitto, Natascia si rivela da subito una guida molto attenta alle spiegazioni, ci racconta davvero molto della sua terra. L’Etna è il vulcano più grande dell’Europa (geograficamente parlando), e tra i vulcani più attivi del mondo. Le sue eruzioni avvengono sia in sommità, dove attualmente si trovano quattro crateri, sia dai fianchi, fino ad altezze di poche centinaia di metri sopra il livello del mare.















Dopo una breve visita ad un’azienda che produce miele ci dirigiamo a Taormina.
Ma quello che mi ha colpito di più di Taormina è la gente!! Affollata di turisti di ogni nazionalità. Camminando attraverso la via dello struscio, il corso, si ha la possibilità di ascoltare parlare in molte lingue, osservare le gesta e i colori dei vestiti e i negozi di ogni genere. È in una pasticceria che ci sediamo per una breve pausa. Mangiando una granita con la brioche ad osservare il passeggio e delle simpaticissime signore sedute al tavolo affianco così perfettamente colorate dalla testa ai piedi. Giriamo ancora un po tra i stretti vicoli , tra le pareti delle case addobbate di ceramiche di ottima fattura e terrazze ricche di piante verdi e rigogliose. Prima di ripartire scattiamo la nostra cartolina ricordo.
Un altro giorno termina con i sapori del cibo tipico siciliano, il profumo del mare, dei fiori e della terra.
Ragusa ibla e la Val di Noto è la meta dell’ultimo giorno in terra di Sicilia.
«Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.»
(Gesualdo Bufalino)
In realtà non so cosa avesse voluto dire il Signor Bufalino con questa frase, ma a me Ragusa Ibla è piaciuta molto!
Ragusa insieme ad altri sette comuni della Sicilia sud-orientale fanno parte della corrente artistica tardo barocco. Queste città sono state ricostruite nello stesso luogo o nelle immediate vicinanze dopo essere state distrutte dal terremoto del 1693. Tutte con lo stesso stile urbanistico ed architettonico. Per questo motivo fanno parte della lista del patrimonio dell’UNESCO, patrimonio dell’umanità. Oggi visiteremo Ragusa Ibla e Noto.
Ragusa Ibla è il quartiere vecchio di Ragusa. Atmosfera d’altri tempi, oserei dire un salto nel passato e te ne accorgi subito, appena ti immergi tra le sue viuzze. L’antica città ospita oltre 50 chiese con lo stile unico riconducibile al barocco. La patina giallo ocra delle pareti si abbina all’azzurro del cielo e al bianco della pavimentazione e crea una perfetta visione per gli occhi e l’animo❤
































Vorremmo trascorrere qui altro tempo, è difficile andar via. Noto ci aspetta.
Il tragitto che collega queste due città della Sicilia sud orientale, attraversa campagne sapientemente lavorate. Sembra un disegno la campagna qui. Case basse, architettura essenziale, muretti a secco delimitano i confini dei terreni. La terra è scura, piante di mandorlo, carrubi secolari, bassi vigneti, arance. Si percepisce aria di tranquillità, di pace.
Noto, la capitale del Barocco.
Il primo comune siciliano per estensione territoriale. Dopo il disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693, dove persero la vita circa 1000 persone, la città venne ricostruita poco distante da dove era stata fino a quel momento. La città attuale è il risultato dell’opera di numerosi architetti , capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzano questo eccezionale ambiente urbanistico.













Noto è definita “la perfetta città barocca ” ed ora ne comprendo il motivo: ogni cosa , palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, tutto perfettamente integrato.
La giornata non può terminare meglio di così. Mentre il sole tramonta, seduta sulla scalinata del Duomo percepisco una sensazione straordinaria, di pace assoluta, di felicità immensa. La luce è magica❤
Termino il viaggio e il mio racconto con delle foto scattate a Catania, la mattina prima di ripartire dalla Sicilia. Catania, il mercato del pesce con i suoi colori, i suoi volti, le sue voci. Catania con le vetrine dei negozi rimaste intatte negli anni, con la gente calorosa che ti da indicazioni anche non richieste, Catania con la musica di Bellini nel cuore!
” Il popolo siciliano è un popolo forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di intelligenza questo popolo”