
Più volte mi sono chiesta perché un numero così elevato di piccole cappelle nascoste tra le campagne. Uno dei motivi era quello di dare la possibilità ai lavoratori agricoli di partecipare al rito religioso senza doversi allontanare troppo dal luogo di lavoro ed era anche un riparo sicuro dalle intemperie.
Queste costruzioni erano un’opportunità di promozione economica del territorio in quanto costituivano un importante polo di attrazione per la popolazione; le spese per le decorazioni interne erano spesso sostenute da fedeli abbienti.
Una di queste cappelle si trova nei pressi di Rotella, immediatamente sotto la piccola frazione di Capradosso che si può anche raggiungere a piedi una volta arrivati alla Chiesetta. La cosa che più mi affascina è il contesto dove ancora oggi, molte di esse sono ubicate; le strade per raggiungerle sono quasi inesistenti o di terra, percorribili a piedi con intorno panorami che lasciano senza fiato.














Le sue origini risalgono al secolo XI, la sua storia è legata ai monaci farfensi, presenti nella zona di Rotella con una struttura produttiva legata a terreni e case. La costruzione è realizzata utilizzando la cosiddetta “pietra sponga” (spugna), un materiale calcareo poroso, leggero e di facile lavorazione.
All’interno,visitabile solo su richiesta, affreschi di notevole pregio. Diverse immagini sacre, tra cui quelle più frequente della Madonna nelle sue figurazioni classiche, manca quella del Soccorso, presente in altri contesti locali.









Dalla Chiesetta proseguendo a piedi si può raggiungere la piccola frazione di Rotella: Capradosso. L’edificio distante dalle case di abitazione, durante le epidemie di peste del 1457 e 1463 era stato utilizzato come lazzaretto e luogo di sepoltura. Venivano costruite cappelle distanti per evitare che fedeli infetti entrassero in paese, dato che all’epoca non esistevano norme di protezione e prevenzione efficaci come il distanziamento sociale che oggi ben conosciamo.
L’aria è gradevole e la primavera inizia a dare i suoi frutti. La voglia di proseguire il pomeriggio in compagnia è davvero molta. Ci dirigiamo verso il Borgo di Patrignone.

Patrignone è una frazione di Montalto delle Marche.
Di origine medievale, conserva l’impianto storico e come castello di Ascoli prende parte all’annuale torneo cavalleresco della Quintana.














Che contesto incantato. Complimenti per averne colto tutta la poesia per immagini
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Grazie. È un luogo davvero magnifico
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