“Carnevale nel piatto”

La frittura

Simbolo del periodo Carnascialesco è senza dubbio la frittura in ogni sua forma.

È un periodo dell’anno in cui la spensieratezza e la goliardia fa da padrona, per questo motivo anche  ciò che si mangia deve essere assolutamente ricco.

Sembra che nel Piceno, in passato,  nella giornata di giovedì grasso,  si arrivasse a mangiare anche 14 volte. Probabilmente un ultimo sfogo prima del periodo di magra che seguiva, ovvero la Quaresima.

La gente marchigiana era attenta nel mangiare,  ma durante i giorni festivi non rinunciava ai dolci ed anche le classi meno abbienti preparavano le specialità tradizionali,  simili nei contenuti ma diverse da zona a zona.

Le castagnole si preparano nella nostra famiglia da sempre. Sono un vanto della cucina marchigiana. Si sa per certo che in passato non mancavano mai nei banchetti di nozze e che da sempre hanno sottolineato l’inizio e la fine del periodo carnevalesco. La  gente delle Marche,  benché disposta a rispettare il periodo di Quaresima, attenendosi ad una scrupolosa astinenza, riassumeva così in uno stornello popolare del secolo scorso la parentesi festosa e spensierata del Carnevale: “Finito Carnevà, finito amore, finito de staccià farina e fiore, finito de magnà le castagnole”. questi dolci sono dunque d’obbligo ed ancora oggi, in taluni luoghi, vengono preparati anche di mezza Quaresima.

Le castagnole ripiene di crema che preparo ogni anno

Altro dolce tipico del Carnevale è la cicerchiata. Di questo dolce vi racconto l’origine del suo nome e la mia personale ricetta nel link che segue https://www.destinazionemarche.it/la-cicerchiata-dolce-di-carnevale-delle-marche/

La cicerchiata

Nell’ascolano è consueto preparare i ravioli. Ripieni di gallina e spolverati con zucchero e cannella, oppure di castagne e cioccolato o di ricotta con tanta cannella e liquori. Sono fritti o lessi.

A mio parere, in assoluto i più ricchi e goderecci sono quelli fritti ripieni di castagne, cioccolato, caffè e liquori. Anche di questi vi lascio la mia personale interpretazione della ricetta https://www.destinazionemarche.it/i-ravioli-fritti-di-castagne-una-ricetta-di-carnevale-delle-marche/

I ravioli fritti di castagne

Mia mamma, ultima di 7 figli, classe ’45,  racconta come nella sua famiglia si mangiava ciò che si produceva in campagna e che il padrone lasciava loro (mezzadria). Molta austerità in tavola, più di quello non c’era, ma durante le feste e soprattutto durante la trebbiatura, a tavola c’era un po di tutto.

Mia mamma all’età di 15 anni
La famiglia di mamma durante il matrimonio di una sorella

Ed è proprio di mia mamma la ricetta di un dolce che veniva preparato a Jesi nel periodo di Carnevale. Gli ingredienti utilizzati erano cosiddetti di riciclo, ma il risultato ottenuto davvero ottimo. Ho avuto modo di scoprirla per caso qualche anno fa da un quaderno di ricette di mia mamma. Ho provato a realizzarla con lei ed il risultato è in questa ricetta https://soniadarini.com/2021/01/17/la-torta-di-carnevale-di-jesi/

Torta di Carnevale di Jesi

Nella cittadina dove vivo, Offida, nelle Marche, uno dei periodi dell’anno più sentiti e più partecipati è  il Carnevale.

In #Offida, il Carnevale,  entra il 17 gennaio (S. Antonio) e si festeggia fino al martedì grasso. La Quaresima inizia quando l’ultimo Vlurd in piazza si spegne. L’inno Addio ninetta Addio, cantato e suonato dalle congreghe (gruppi mascherati di persone che suonano diversi strumenti), accompagna tutto il periodo di Carnevale.

I Vlurd sono fasci di canne accesi, che intorno alle 18,30 del martedì grasso fanno il giro del paese creando uno spettacolo unico nel suo genere. Il giro termina nella centrale piazza del Popolo con un enorme falò.

Da segnalare un altro evento molto importante per gli offidani, la corrida de lu bov fint. Questa si svolge il venerdì grasso, inizia il mattino con i bimbi dell’asilo per terminare il tardo pomeriggio dello stesso giorno. I partecipanti indossano lu guazzarò o la mntur.

La mntur

È un evento molto sentito dagli abitanti, persino gli offidani che vivono fuori tornano per festeggiare e partecipare.

Lu bov fint

Mio marito, offidano da generazioni, per divertimento ha scritto e cantato una canzone che racconta le emozioni di questo giorno, dalla vestizione all’arrivo in piazza, all’incontro con gli amici, alla festa https://youtu.be/_e0HViq4Fbk

Mio padre arrivato da Jesi nel 1973 per motivi di lavoro, dopo qualche anno coinvolto anche lui nel Carnevale Offidano.

Con un gruppo di amici, ha creato il gruppo I notabili e con questa maschera ogni anno, nel giorno di martedì grasso, mangiano in Piazza su una tavola nobilmente apparecchiata e un cameriere al loro servizio.

I notabili con al collo” lu rnal” usato per bere
Qui sempre mio padre e i suoi amici il giorno de lu bov fint mentre girano per il paese con una cesta piena di salsicce e formaggio pecorino, vino

In questo anno così difficile per ognuno di noi, la pandemia ha fatto rimandare, in data da destinarsi, molti eventi. Tra questi , anche il Carnevale non sarà celebrato.

L’augurio che mi sento di lasciare con questo articolo, è che ognuno di noi riesca a trovare il modo e la forza per rialzarsi da questa grande avversità mondiale.

Buon Carnevale a tutti❤

4 pensieri riguardo ““Carnevale nel piatto”

  1. da noi si preparano le “chiacchiere”…..ossia, sempre qualcosa di dolce!

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    1. Ciao!! Si anche qui, ma non sono così tipiche

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  2. Complimenti Sonia per le foto e le descrizioni accurate! Anche se non sono di Offida ho gustato i tuoi racconti e ho cercato di viverli con la mia fantasia! Buon Carnevale!!!

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    1. Mi fa tanto piacere che ti sia piaciuto, magari un giorno ti farò assaggiare qualche dolcetto ☺️👋🏻

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