
C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
(Alda Merini)
È strano come, nonostante siano trascorsi davvero molti anni, ogni volta che torno a Jesi, il mio cuore batte forte. È vero che molte cose le ho dimenticate, ma basta una passeggiata per i vicoli del quartiere storico di San Pietro, dietro al Montirizzo, Piazza Federico II , il Duomo, per riaccendere la memoria. Si, perché la memoria va stimolata anche attraverso i profumi che si respirano e le voci della gente che parla una lingua che era anche mia. Ho passato davvero molto tempo qui ed è stato davvero un bel tempo. Le vacanze estive erano qui con i miei nonni, i mie zii, i miei cugini. Mia nonna era una bravissima cuoca, è stata lei a tramandare nella nostra famiglia molti piatti e ricette, tra cui i tortellini fatti a mano in brodo e il coniglio in porchetta.
Ogni pranzo di Natale era fatto di quei profumi. E lo è ancora, mia mamma ogni anno li prepara con la ricetta di nonna Emilia.
Devo sicuramente a loro la mia passione per la pasta fatta a mano, la cucina e la buona tavola.

È a Jesi che il 26 dicembre 1194, Costanza d’Altavilla, trovatasi per coincidenza in prossimità della località di Jesi, fu presa dalle doglie e in una tenda imperiale nella piazza centrale della città, diede alla luce Federico, futuro Imperatore con il nome di Federico II.
Nella seconda metà del 400, opere di notevole importanza culturale, nascono in città. Da segnalare quelle pittoriche del Veneziano Lorenzo Lotto, la stampa delle primissime edizioni della divina commedia ad opera di Federico Conti da Verona, la nascita di uno dei più bei palazzi monumentali della Marca ad opera del senese Francesco di Giorgio Martini : il Palazzo della Signoria.
Jesi ha una cinta fortificata tra le meglio conservate dell’intera regione, racchiude il nucleo medievale della città. Di compatta forma trapezoidale, per un perimetro di circa 1,5 km. Vennero erette nel XIV secolo sul tracciato delle più antiche mura romane, rappresentando il simbolo della libertà comunale. Nel XV vennero quasi totalmente ricostruite (fa eccezione la parte detta del “Montirozzo”) ad opera degli architetti militari Baccio Pontelli e Francesco di Giorgio Martini. Sono costituite da alti muraglioni cortinati con beccatelli, rinforzati da torrioni e aperte da sette porte: ne restano aperte solo quattro.
Dal 1996 in città si svolge il palio di San Floriano, manifestazione medievale che prevede la partecipazione di tutte le città limitrofe e dei castelli jesini, famosi anche per la produzione del vino Verdicchio.
Nel 2014 , Jesi viene riconosciuta come Città Europea dello Sport.
Nel XVIII secolo nascono a Jesi due grandi personalità nel campo della musica, Giambattista Pergolesi e Gaspare Spontini.
Nei miei ricordi più belli legati a questa città, ci sono i momenti trascorsi nella cucina di mia nonna. La osservavo stupita, quasi incredula mentre stendeva la pasta per i cappelletti ( è così che li chiamiamo a Jesi). È lo stesso gesto, lo stesso rumore che poi vedevo in mia madre e che ho avuto il piacere di imparare. È in particolare per questo motivo che il mio piatto del cuore è e sarà il cappelletto fatto a mano e in brodo, quello che ogni anno, nelle ricorrenze delle festività Natalizie, mia namma prepara.

È con grande piacere che oggi trascrivo qui la mia ricetta, tramandata dalla nonna alla mia mamma e ora nelle mie mani. È una ricetta per me molto preziosa, spero che possa essere utile anche per chi leggendo, volesse provare a fare questo piatto.
La ricetta dei tortellini fatti a mano e in brodo
Ingredienti per circa 1 kg di cappelletti
Per la sfoglia
- 400 g di farina tipo “0”
- 4 uova
- La farina più indicata per la sfoglia è la “0” perché la sfoglia risulterà più grezza e profumata. Le uova dovranno essere a temperatura ambiente quando impastate.
Per il ripieno
- 500 g di carne di manzo macinata
- 250 g di carne di maiale macinata
- 150 g di prosciutto crudo
- 100 g di mortadella
- Una grattata di noce moscata
- Due rossi d’uovo
- 150 g di parmigiano grattugiato
Il procedimento è lungo, per questo motivo vi consiglio di preparare il ripieno il giorno prima e lasciare riposare in frigo.
La sfoglia deve risultare molto sottile e la rotella per il taglio rotonda. Sembra che il vero cappelletto sia rotondo perché ideato da un cuoco innamorato che volle imitare la forma dell’ombelico della sua amata.
Il brodo
Ingredienti e preparazione
In una capiente ed alta pentola, sistemare un trancio di carne di punta di petto, un trancio di muscolo, un osso di ginocchio, un grappolo di pomodorini rossi, una carota, una gamba di sedano, una cipolla bionda. Coprire con acqua e portare ad ebollizione. Occorrono circa due ore. Una volta pronto, lasciar freddare e filtrare con un canovaccio di tela pulito.
La ricetta del coniglio in porchetta

Ingredienti
- 1 coniglio intero di circa 1,700 di peso, lavato con cura e asciugato.
- Cotenna di maiale pulita lessata e tagliata a quadretti, circa 300 g
- 7/8 spicchi d’aglio
- 2 rami rosmarino
- Un bel mazzetto di finocchietto selvatico
- Circa 50 g di lardo di maiale
- 1 limone non trattato
- Sale e pepe q.b.
- Olio evo
- Vino bianco
Procedimento: incidere con un coltello la coscia. Strofinare l’intero coniglio con il succo di limone, salare e pepare. In una ciotola insaporire le cotiche con il finocchietto sminuzzato, gli aghi di un rametto di rosmarino, 4 spicchi d’aglio tritato, la corata a pezzettini piccoli, un filo d’olio, sale e pepe. Mescolare bene con le mani per qualche minuto.
Con questo ripieno ottenuto riempire la pancia del coniglio, chiudere con gli stecchini o cucire con spago.
A questo punto preparare il battuto per insaporire il coniglio esternamente: battere in un tagliere 3 spicchi d’aglio, il finocchietto, gli aghi di un rametto di rosmarino, il lardo.
Spalmare il battuto ottenuto in maniera uniforme sul coniglio.
Lasciar riposare in frigo il coniglio per qualche ora.
Per la cottura: sistemare il coniglio in pentola o forno con olio evo. Far rosolare e sfumare con vino bianco. Cuocere per circa 2 ore , facendo attenzione a girare e bagnare con sughetto di cottura, a pentola coperta. L’ultima mezz’ora scoprire e far rosolare.
Tagliare a pezzi e servire con un contorno di patate arrosto o una insalata di stagione.
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Oggi 18 gennaio 2021 dopo suggerimenti in un gruppo fb di Jesi, ho modificato il nominativo tortellini in cappelletti, è così che vengono chiamati a Jesi e sarebbe un eresia il contrario. Da oggi in poi sarà mia premura chiamarli cappelletti ❤
13 settembre 2021
Il mio amore per la città in cui sono nata, mi porta a parlarne con amici e conoscenti. Alcuni di loro mi hanno chiesto di organizzare un piccolo tour insieme. In occasione dell’arrivo in Italia dall’Irlanda di alcuni di loro, ho provato ad organizzare un piccolo giro. Il risultato è nelle foto che inserisco di seguito















Ho prenotato una visita alla pinacoteca, pranzo alla Trattoria Antonietta ,per proseguire in una passeggiata nel quartiere storico di San Pietro









