
Le cose d’ogni giorno
Raccontano segreti
A chi le sa guardare
Ed ascoltare
Per fare un tavolo ci vuole il legno
Per fare il legno ci vuole l’albero
Per fare l’albero ci vuole il seme
Per fare il seme ci vuole il frutto
Per fare il frutto ci vuole il fiore
Ci vuole un fiore, ci vuole un fiore
….per fare tutto ci vuole il fiore❤
Vorrei introdurre il racconto e il viaggio di un giorno in questi meravigliosi giardini con le parole tratte dalla famosa canzone di Sergio Endrigo.
Il fiore, tutto inizia da un fiore.
Vi garantisco che in questo luogo di fiori, piante di ogni specie e di rara bellezza, ne troverete davvero molti. Per l’esattezza, all’interno degli otto ettari del Giardino prosperano 1300 diversità di piante e 100 specie di uccelli. Magnolie, betulle, iris palustri, ciliegi e meli ornamentali, un’infinità varietà di aceri giapponesi.






Prima di diventare un giardino, Ninfa era una città medievale con doppia cinta muraria, immersa in un territorio molto fertile e geograficamente strategico. Qui ruderi medievali e vegetazione convivono in perfetta simbiosi.




Ninfa faceva parte di un vasto territorio chiamato Campagna e Marittima che nell’VIII secolo entrò a far parte dell’amministrazione pontificia. Dall’inizio secolo assunse il ruolo di città e fu governata da varie famiglie nobiliari. Nel 1159, in una delle sue 7 chiese, Santa Maria Maggiore, fu incoronato pontefice Alessandro III.
Ebbene si!! 7 chiese, circa 250 case, numerose attività produttive. Una città a tutti gli effetti. Dal XII secolo erano attivi una diga e un mulino, ai quali nel XV secolo si aggiunsero una ferriera e una gualchiera, per la lavorazione dei tessuti.

È alla fine dell’Ottocento che la famiglia Caetani ritornano sui possedimenti da tempo abbandonati e iniziano ad occuparsi di Ninfa creandovi un giardino. Bonificarono gli acquitrini, estirparono gran parte degli infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci e faggi, oggi maestosi, rose in gran numero, e reataurarono alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che divenne la casa di campagna della famiglia.
L’ultima giardiniera ed erede Caetani fu Lelia, donna sensibile e delicata, curò il giardino come un grande quadro. Lei istituì la Fondazione Roffredo Caetani il 14 luglio 1972, al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani e il Giardino di Ninfa.

L’acqua è l’elemento centrale e vitale che caratterizza Ninfa: il lago ed il fiume, danno vita ai fossati che circondavano la città medievale, agli stagni e ai ruscelli presenti nel giardino, ulteriormente arricchito dalla presenza di piccoli sorgenti.
Una sorgente, la sorgente dei bambù, lascia il visitatore a bocca aperta.

Vi lascio con altre immagini e un consiglio. Questo giardino meraviglioso sotto molti punti di vista è visitabile solo il sabato e la domenica e solo in alcuni periodi dell’anno. Per tutte le informazioni consultare il sito aggiornato http://www.giardinodininfa.eu
É da tanto che vorrei andarci anch’io. Spero di andarci quanto prima. Bel servizio. Brava
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Grazie per averlo letto!! Assolutamente da vedere, molto bello
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