Il diario di viaggio: alla scoperta della riviera di Ulisse

Terracina Gaeta Sperlonga

“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile” 

Ryszard Kapuscinski

Quello che mi affascina di più nel viaggiare è andare alla scoperta di posti nuovi, sopratutto di quelli scoperti per caso, quelli che ti stupiscono quando li vedi per la primavolta, quelli che ti invitano a tornare perché li hai lasciato qualcosa in sospeso. Ed è questo uno dei motivi per il quale un viaggio non ha né inizio né fine!

Questo breve viaggio mi ha fatto scoprire un tratto di costa che volevo visitare da molto tempo ed ora che ne ho avuto la possibilità, porto con me, nel mio cuore, immagini uniche. Un viaggio tra miti e leggende.

Sicuramente la seconda metà di settembre è un periodo dell’anno ideale per visitare questi luoghi molto affollati in piena estate.

Ho potuto assistere ad albe e tramonti sul mare, dall’alto del tempio di Giove a Terracina ho sfiorato il sole con il palmo della mano

Tramonto a Terracina dal tempo di Giove

Poi l’ho visto andar via dietro al Circeo, dalla spiaggia di Terracina. Un tramonto rosa acceso che si è integrato alla perfezione con l’azzurro terso del cielo e il blu notte del mare. A completare l’immagine, mi ha dato una grande mano un pescatore che stava preparando la sua attrezzatura per la pesca notturna

Tramonto sul Circeo dalla spiaggia di Terracina

Nella Terracina alta, che è la parte antica della città, ho assistito ai lavori che stanno riportando alla luce un Teatro Romano del I secolo a.c.

Lavori nel teatro romano nella piazza di Terracina

Ho voluto camminare nel tratto di Appia Antica che attraversa Terracina, provando sensazioni uniche. Ho fatto quello che mi piace di più fare quando viaggio camminando senza meta, facendo attenzione a non perdere particolari preziosi per i miei occhi, particolari che ho immortalato con le immagini scattate prima nella mente poi sulla macchina fotografica

Molti sono i monumenti di rilevanza storica da visitare a Terracina, li trovi girando per le vie che arrivano fino al mare.

Sul Monte S. Angelo, a pochi minuti dal centro storico, si ha la possibilità di visitare un tempio dedicato a Giove. Si trova nella parte più alta del monte e da qui la vista che si apre al visitatore è assolutamente da vivere. Va dal Circeo al golfo di Gaeta e si narra che da qui Ulisse venisse a sbirciare le gesta della maga Circe.

Dal tempio di Giove al Circeo con Terracina e tutta la pianura Pontina

Una spettacolare rupe di circa 38 mt di altezza e 296 di larghezza, antistante il Monte S.Angelo, si trova nei pressi del porto. Fu fatta tagliare dall’imperatore Traiano interamente a mano, per consentire la costruzione della variante della via Appia, il cui tracciato passava più in alto. Ancora oggi sono visibili i segni degli scalpelli

La rupe vista dal tempio di Giove

A Terracina abbiamo avuto il nostro punto di appoggio per 3 notti. La struttura in cui siamo stati è un affittacamere, gestita da Marcello, un ragazzo molto cordiale ed attento attento alle esigenze degli ospiti.http://www.affittacamereilgrandeblu.it/sito/

Per arrivare a Gaeta da Terracina occorrono circa 50 minuti d’auto. Il secondo giorno lo abbiamo dedicato a questa città, che l’ho trovata come mi aspettavo che fosse: un borgo che ha bisogno di essere vissuto lentamente, perché ogni particolare, ogni angolo ha bisogno di essere scoperto e vissuto nella maniera che merita, assaporato.

Per arrivare a Gaeta, da Sperlonga, si percorre una litoranea molto suggestiva, dall’alto si notano piccole spiagge dotate e promontori che al primo furtivo sguardo fanno già innamorare. In una piccola piazzola ci siamo fermati all’imbocco di una scaletta che arriva alla spiaggia dei 300 gradini.

Apprezzata per la sua sabbia fine e dorata e mare dalle acque cristalline, citata più volte nell’antichità per la sua meravigliosa e privilegiata posizione. È privata e gestita da una famiglia

Particolare della spiaggia dei 300 gradini
Spiaggia denominata Ultima Spiaggia
L’ultima spiaggia

La prima tappa una volta arrivati a Gaeta è il monte Orlando con il santuario della Montagna Spaccata.

Qui si cammina nella roccia fino a una piccola chiesa incastonata in uno dei punti in cui, la leggenda narra, la terra si spaccó alla morte di Gesù. Il mare visto da qui, è una V blu.

La V del mare

Mentre si scende verso la Chiesetta attraversando la montagna spaccata, si nota sulla destra, l’impronta della mano del Turco, un miscredente, che non credendo alla storia dell’origine della spaccatura della montagna, appoggiando la mano sulla roccia, gli rimane impressa li

La mano del Turco
Chiesa s.s. Trinità

A destra della Chiesa della S.S Trinità si accede, attraverso una scalinata esterna, alla Grotta del Turco, una luogo mistico, rifugio delle navi saracene nel IX secolo. Visitabile, per motivi di sicurezza, fino al 60° gradino. Fino a qualche anno fa si arrivava fino al mare.

Dalla chiesa della S.S. Trinità si può salire sul Monte Orlando, attraverso un sentiero abbastanza comodo, la vista sul mare è magnifica, rocce a strapiombo e alte falesie e tanta storia antica tra cui il Mausoleo di Munazio Placo, che dal 22 a.c. domina dall’alto

C’è poi una Gaeta Medievale, chiamata da tutti Gaeta Vecchia.

Ma prima di visitare questa parte antica della città, decidiamo di fare una piccola pausa in una friggitoria. Con un Cuppitiello di pesce misto, zeppole di alghe, linguine al polpo ristoriamo il nostro appetito.

Ad attenderci è un tour di una città antica con scorci incredibili, decine di chiese ed architetture. Scopriremo che molte di loro sono chiuse e visitabili solo in alcuni giorni della settimana

Per godere della più bella vista sul golfo, occorre arrivare a piedi, alla Chiesa di stile neogotico di San Francesco. Qui è arrivato il Santo e questa Chiesa è costituita in un punto della città che sa di magico

A questo punto decidiamo di concludere il nostro tour nella città, con una sorpresa che non ci aspettiamo. Riusciamo ad entrare nel Santuario della Santissima Annunziata ,uno dei più importanti luoghi di culto della città, situato nel centro storico tra via dell’Annunziata e il lungomare Caboto. All’interno la cappella d’oro , dove si dice che papa Pio IX definì il dogma Dell’Immacolata concezione. Non posso descrivere lo stupore nell’entrare in questa cappella

E mi raccomando!!! Non andate via da Gaeta senza aver assaggiato la tipica focaccia La tiella di Gaeta. Essenzialmente è composta da due dischi di pasta morbida, che custodiscono un ripieno preparato con ingredienti di terra o di mare.

La Tiella ripiena di sarde

Ho conosciuto questo borgo,Sperlonga,dalla guida dei borghi più belli d’Italia. Ed è qui che decidiamo di trascorrere il terzo giorno della nostra vacanza. La sensazione che si ha arrivando è di un piccolo borgo molto curato, ordinato e ben organizzato. Questo è quello che mi aspetto e mi fa piacere di vedere nel visitare questi piccoli gioielli d’Italia. Il centro storico è molto raccolto, fatto di scalette e viuzze che s’inerpicano e ridiscendono fino al mare. Il borgo è sorto così, con vicoli stretti e lunghe scalinate per rendere più disagevoli le incursioni dei predoni del mare.

Sperlonga vista dalla piazzetta

Il nome deriva dalle grotte naturali ( speluncae) che si aprono sul mare, la più famosa è la spelonca di Tiberio, nella sua villa, ma di questo vi parlerò in seguito.

Girovagando tra le piazzette, le strette vie, le case bianche, non posso fare a meno di notare il mare con i suoi colori meravigliosi. Non posso fare a meno di giocare con il cappello di paglia che porto sempre in vacanza, non posso fare a meno di sentirmi completamente immersa in questa atmosfera

Un aspetto che mi affascina molto è il sentir parlare le donne, gli uomini, nel loro dialetto e qui devo dire è molto colorito. Mi diverto davvero e starei li per ad origliare.

Chiacchiere tra donne, un’immagine bellissima di reale vita quotidiana

Le case dipinte di bianco servivano per abbacinare i corsari provati dai lunghi viaggi in mare. Il mito di Ulisse vive ancora in questo tratto di costa che non ti aspetti, un borgo perfetto per trascorrere una giornata tra mare, storia ed archeologia.

Colori di vita di un borgo marinaro
Scorci
Sperlonga

A pochi minuti dal centro storico, lungo la statale, si trova il sito archeologico della villa di Tiberio. L’ingresso è a pagamento e non include una guida. Noi ne abbiamo trovata una e ne siamo stati felici. Le sue spiegazioni sono state davvero utili per comprendere molti aspetti del luogo. Un sito molto vasto come territorio, una villa che comprendeva anche delle terme, una vasca destinata all’itticoltura, una grotta molto grande in cui l’imperatore era solito accogliere ospiti e fare suntuosi banchetti. Riesco ad immaginare che sfarzo ci fosse.

Con Sperlonga termino la prima parte del mio diario di viaggio. Proseguirò con i Giardini di Ninfa e il borgo medievale di Sermoneta.

Vi lascio con un pensiero che mi accompagna sempre: nella vita è necessario avere passioni e coltivarle. Sono quelle che ti aiuteranno a superare momenti di difficoltà, a scaricare le tensioni, a darti gioie che non ti aspetti.

Allora al prossimo racconto…di viaggio o di cucina❤

Appunti ….appunti….appunti!!! La scrittura è il metodo che preferisco

2 pensieri riguardo “Il diario di viaggio: alla scoperta della riviera di Ulisse

  1. Hai fatto viaggiare un po’ anche me dando origine al mio viaggio per la verità interrotto quando a 17 anni con un amico partimmo dalla Puglia in autostop (allora si poteva ancora fare) e passammo anche per Terracina.

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    1. soniadarini68 8 ottobre 2020 — 10:36

      Mi fa molto piacere Michele, spero tu possa riprendere presto il tuo viaggio interrotto

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