Un giorno un’amica canadese che vive in America e che passa parte delle sue vacanze a Offida, nella casa del marito, mi esprime il desiderio di essere accompagnata in un luogo a me caro, dove poter trascorrere qualche ora anche a scattare foto, la mia e la sua passione. Mi dice: Sonia pensaci, a me va bene tutto, mi fido di te!
Non credo di averci pensato molto, avevo già deciso. Era da molto tempo che volevo tornare a Castelluccio, ci ero passato molto velocemente qualche mese prima, ma ci volevo tornare per assaporare tutti i passaggi per arrivare lì. Dopo il terremoto del 2016, non avevo avuto più il coraggio di vedere con i miei occhi, come fosse quel luogo, avevo timore di non farcela.
Era arrivata l’ora, non potevo più aspettare e questa era l’occasione giusta, sapevo che Claire avrebbe condiviso con me la decisione.
Ci diamo appuntamento al lunedì successivo e partiamo, è settembre 2018.
Nel tragitto per arrivare a Castelluccio, si attraversano diverse località, tutte fortemente colpite dal terremoto, alcune non esistono più. Passiamo Arquata ed arriviamo a Piedilama, qui Claire mi chiede di fermare e parcheggiare.
La parte difficile è costruire una casa del cuore.
Un posto non soltanto per dormire, ma anche per sognare.
Un posto dove crescere una famiglia con amore,
un posto non per trovare riparo dal freddo ma un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni;
un posto non semplicemente dove far passare il tempo, ma dove provare gioia per il resto della vita.
(Sergio Bambaren)

Muoversi in quel luogo, oramai vuoto, silenzioso, con tanta distruzione intorno, oggetti di uso comune sparsi per terra, case completamente sventrate, letti a penzoloni, asciugarmi ancora appesi nel bagno. Tanta tanta emozione, tristezza, voglia di piangere, e tanti pensieri in testa. Quanti sacrifici si fanno per costruirsi un luogo dove vivere, quante rinunce, e poi, in pochi secondi tutto svanisce nel nulla. Quante vite umane sono andate perse e per i sopravvissuti quando sarà possibile riavere la loro casa. Dopo due anni solo macerie.

Dopo il nostro breve tour a Piedilama, ripartiamo direzione Castelluccio, con tanta tristezza nel cuore.
È vero che non si riesce a dimenticare certe scene, certe fotografia, ma qualcosa può rasserenare l’animo. Questo a noi succede quando intravediamo il Pian Grande. E qui riusciamo a respirare aria che sa di libertà!
Che luogo magico è questo!!! Quanti spazi aperti, quanta natura, quanta energia! Poi ci sono loro i cavalli, starei per ore a guardarli!
Non sono riuscita a pubblicare queste foto prima, non volevo disturbare “l’intimità ” del luogo, non mi sembrava giusto.
Spero di riuscire a tornare presto a Castelluccio, io qui trovo la serenità.
Anch’io non volevo andarci. Ma poi mi sono fatto forza ed ho fatto più o meno come te. Solo che non mi sono fermato al piano. Prima sono andato a vedere il paese. Distrutto ovviamente. Ma con tanta voglia di rimettersi in piedi. Anche per me era serenità, prima. Ora sinceramente c’è sempre un po’ di amaro in bocca che ti viene su anche se non guardi da lontano il paese, anche se ammiri i fiori, le greggi, i branchi di cavalli. Comunque sempre luogo magico da custodire dentro al cuore. Un abbraccio
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